Pappa Reale | Tori to shouga no takikomi gohan
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Tori to shouga no takikomi gohan

Come dice Kyoko Asada, l’autrice del libro “Il Giappone in Cucina”, con il termine takikomi, che vuol dire “cuocere con”, si indica la tecnica secondo la quale si cucinano insieme al riso (gohan) altri semplici alimenti crudi rigorosamente di stagione. Il riso, in questo modo, assorbe tutti i sapori con il risultato di ottenere un piatto molto leggero data l’assenza di grassi aggiunti. I takikomi gohan rappresentano una sorta di cibo da meditazione, prima di ingoiare il boccone si aspetta (o almeno si dovrebbe, io non l’ho fatto:) qualche secondo per dare il tempo al palato di catturarne i sapori. Si serve in ciotole più grandi rispetto a quelle di solo riso bianco in quanto rappresenta il piatto principale di un pasto.

Eccomi tornata alla cucina giapponese, che devo dire, mi incuriosisce non poco, poi dopo essere stata la settimana scorsa all’Asia Mach 1 (vende tutti i prodotti asiatici) di via Mascarella (Bo) e dopo aver fatto provvista degli ingredienti base non ne potevo fare a meno.
Della ricetta devo dire che mi è piaciuta, ricordo inoltre che lo zenzero si sente molto come sapore alleggerendo il gusto del pollo. Consiglio di mangiare questo piatto tiepido piuttosto che troppo caldo in quanto se ne assapora meglio il gusto.
Buon week end a tutti ;-)


TORI TO SHOUGA NO TAKIKOMI GOHAN

cucchiaino50x50 Per 2 persone.

320 gr riso a chicco tondo
380 gr di acqua
150 gr di pollo disossato (coscia e petto)
5 cm di alga kombu
3 cm di zenzero
1 cucchiaio di salsa di soia
2 cucchiaini di saké
1 cucchiaino di sale


Mettere il riso in un colapasta e immergerlo in una terrina colma di acqua, mescolare con la mano, buttare via l’acqua e ripetere l’operazione fino a che risulterà trasparente. In ultimo scolare il riso, metterlo in una pentola con l’acqua, aggiungere l’alga kombu, il sale, la salsa di soia, il sakè, il pollo tagliato a piccoli pezzi e lo zenzero sbucciato e tagliato a “la julienne”. Chiudere con il coperchio e mettere su fuoco medio fino a che comincia a bollire, dopodiché abbassare la fiamma e lasciare cuocere per 12 minuti senza mai aprire il coperchio, dopodiché lasciare riposare per 10 minuti sempre coperto. Togliere il coperchio e mescolare il riso con un cucchiaio di legno, ma attenzione a non rovinare i chicchi di riso, fare dei movimenti come se lo voleste tagliare trasversalmente. Servire in una ciotola grande.



Tori to shouga no takikomi gohan Or, ginger chicken with rice :-)

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cucchiaino50x50 Serves 2.

320 gr round grain rice
380 gr of water
150 gr of boneless chicken (thigh and chest)
5 cm of kombu seaweed
3 cm of fresh ginger
1 tablespoon soy sauce
2 teaspoons sakè
1 teaspoon salt


Put the rice in a colander and to dip it in a full bowl of water, mix with your hand, throw away the water and repeat the operation untill the water will result transparent. Drain the rice, put it in a pot with the water, add kombu seaweed, salt, soy sauce, sakè, chicken cutted into small pieces and ginger peeled and cutted into “julienne”. Close the pot with the lid, put it on middle fire untill it starts to boil, then lower the flame and cook for 12 minutes without never opening the lid, then let rest for 10 minutes.
Remove the lid and mix the rice with a wooden spoon, but be careful not to damage the grains of rice, making movements as if you wanted to cut across. Serve in a large bowl with.

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5 Comments
  • cap

    domenica, 7 marzo 2010 at 14:03 Rispondi

    fatto con una variazione itali-svizzera:
    al posto dell’introvabile alga-kombu (come si dice in tedesco?), abbiamo utilizzato del banalissimo sedano…ma il risultato era comunque buono!!!

    • pappareale

      domenica, 7 marzo 2010 at 23:23 Rispondi

      @ cap: ma insomma del comune sedano????
      :-) Dai scherzo, ho visto che siete tornati, vi aspettiamo presto a Bologna!!!

  • iana

    venerdì, 5 marzo 2010 at 22:22 Rispondi

    ma siamo poliglotti qua… sto japan trend sembra aver invaso tutta la blogsfera… devo studiare!

  • terry

    venerdì, 5 marzo 2010 at 21:26 Rispondi

    Chissà che pensavo avessi preparato finchè non ho letto la spiegazione?
    il libro di cui parli è per caso quello della collana “il lettore goloso” di Ponte alle grazie?
    l’ho sfogliato più volte ed è nella mia lista dei desideri… anche a me incuriosisce la cucina jap …così comeun pò tutte le cucine straniere …e come scoprire la loro storia, il loro modo di essere…nel cibo giapponese c’è molto della loro filosofia!
    cmq mi piace questo piatto… e mi piace il fatto che Bologna non sia così distante da Venezia ed abbia un bel store di ingredienti asiatici…wow!!! farò una capatina:)
    ciaoooo

    • pappareale

      sabato, 6 marzo 2010 at 14:28 Rispondi

      Ciao Terry,
      il libro di cui parlo è edito dalla Hoepli e non mi sembra faccia parte della collana di cui parli, o non meglio non c’è nessun riferimento né in copertina né all’interno.
      Comunque se farai una capatina a Bologna fammi sapere che ci potremmo incontrare :-)
      Ma è possibile che a Venezia non ci sia un asian market???
      Pensa che da quando abito a Bologna dico di voler andare a Venezia per una bella gita in “gondola”, vista la vicinanza, ma non ho ancora trovato il momento giusto per farlo, spero che non sia prorio quando tu decidi di venire qua ;-)
      a presto
      @ Iana: è vero sembra una vera e propria invasione, ma a me incuriosisce molto il modo di considerare il cibo di questo Paese molto diverso dal nostro, della sua semplicità per certi versi e della sua leggerezza, in questo la blogosfera mi aiuta e mi stimola a saperne un pò di più :))

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